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Natalia Bondarenko

Nel 1953, uscito dal lager di Kolyma, Varlam Salamov va a trovare colui che considera il suo maestro, il suo mito: Boris Pasternak. Da quegli incontri nascerà “Parole salvate dalle fiamme”, ed. Rosellina Archinto, capolavoro di letteratura epistolare.
Natalia Bondarenko, nativa di Kiev (per la biografia rimando ai diversi siti), a quali maestri si affida per la sua lirica? Chi è il poeta che ne determina la forma scultorea dei suoi versi? Ad ascoltarla, oltre che a leggerla, ci viene subito in mente un poeta della musica: Gaber, o meglio, Luporini-Gaber. Perché Natalia canta i suoi versi con l'abilità dell'istrione, la destrezza dell'affabulatore ironico e disincantato che ci porta a Luporini-Gaber, per l'appunto.

Non mi sono mai piaciuti i ‘triangoli’
neppure i ‘rombi’
figuriamoci i ‘trapezi’,
i ‘pentagoni’ o gli ‘esagoni’
in geometria sono una frana
sono un punto
di domanda.  (da “ Profanerie private ”)...

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http://www.instart.info/15-incontro/764-natalia-bondarenko.html

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