Raffaele Pece - recensione

Confidenze Confidenziali di  Natalia Bondarenko    

"Io non so SCEGLIERE.
So stendere le braccia attorno al collo
(per non cadere,
per non illudermi,
per non sapere del domani).
Ma so DISTINGUERE
un muro bianco da un colore dell'inverno
l'umidità degli occhi dalla prima febbre d'autunno,
uno strano osservare l'orologio che mormora
che il mio tempo non è mai incominciato e una vita,
addobbata di silenzi come l'albero di Natale,
pronta a mentirmi."
(pag. 20)

Questo è un piccolo, grande libro.
Da conquistare (distribuzione alternativa) e leggere; leggere piano, nel silenzio, in un angolo del giorno.
Nel fluire dell'affabulazione lirica si staglieranno squarci di vita della protagonista, alter-ego dell'autrice, nata e cresciuta all'ombra delle stelle dell'ex Unione Sovietica.
Da lì si dipana il percorso esistenziale di una Donna, fragile eppur forte; forte del suo candore di fronte alla vita e dell'incanto che non smette di cercare nel mondo. Senza riti e senza cerimoniali; nel chiaroscuro crudo della realtà.
Inutile cercare fonti ispiratrici: tra Bukowski e Alda Merini, NB è solo e sempre sé stessa.
Qua e là, però, l'ombra di Marmeladov e Svidrigajlov (personaggi di Delitto e Castigo di Dostoevskij) si allunga, tra i freddi e gli urli interiori, tra delitti non commessi e castighi imperscrutabili...

"Rivedere mio padre scomparire dietro l'angolo
(le suole consumate,
le mani nelle tasche,
chiuse a pugno -
qualche rublo rubato dalla borsa di mia madre)
è soltanto uno scatto della mente, che, senza volere,
proietto su me stessa. Cerco la nitidezza giusta
per ricordare quanto valeva quella banconota. Cerco
il contrasto, a regola d'arte, fra la sua tasca bucata e
la sua ombra, che strisciando sotto il lampione,
finisce dritta nel mio cuore."
(pag. 22)

"Ma lo sai
che i figli,
vestono vite uguali ai padri,
gli stessi fardelli pieni di lacrime
delle madri,
lo stesso odio cucito nelle tasche,
lo stesso rossore sulle guance
alle loro intemperanze,
le stesse rughe,
le stesse ansie e paure, gli stessi miti
della porta accanto...
vestono
gli stessi castighi senza delitti."
(pag. 64)

Mai doma, mai inaridita, ma comunque provata dalla stupidità e dall'aridità di tanta umanità (soprattutto, purtroppo, maschile), la Donna delle Confidenze non sa e è non può rinunciare alle emozioni e, sommessamente forse, apre le finestre al nuovo giorno.

"…così, prima di fare la guerra alla mia notte di sempre,
alla mia notte insonne
scriverò lettere a qualcuno non più in vita
senza mai spedirle,
confiderò a me stessa l'inutilità del dolore
e le finestre ad Est
(chi sa perché)
terrò sempre aperte."
(pag. 80)

Lettura forte, intensa, niente affatto banale.
Personalmente ritengo che il lettore, prima nella fase della scelta del libro, poi in quella della lettura, in fondo trova quello che cerca, sempre.
Vede essenzialmente quello che la sua soggettività pone come istanza.
Per questo non consiglio alcunché; ne' posso farlo. Ciascuno faccia i conti con le proprie necessità spirituali.
Ma a me questo piccolo, grande libro è piaciuto. Tanto.




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