Si può vivere senza mai vedere New
York,
senza un’Halloween dilungata fino
ai morti,
senza i morti che hanno occupato
il paradiso
[in modo abusivo]
senza mai passare per l’inferno
senza un paradiso che ha la morale
delle favole
dove la storiella sulla bontà
ci fa soltanto più arrendevoli,
dove
la falsità ha il sapore di un
gelato alla vaniglia
e il sorriso tirato di un cartone
animato
si può vivere senza la gommosità
delle domeniche,
senza l'inglese di martedì,
senza lo sgambettare di sabato,
in un generale fuggi-fuggi
rimanere a casa e
snobbare i gerani parigini dei
vicini
ma quando il ruvido istinto di
stare a galla
ti spinge a rivisitare le lettere
cancellate
della tua prima carta d’identità,
capirai
che si può esistere senza la
geografia del viso,
senza la matematica dei denti,
senza la chimica della pelle,
senza gli ultimi giorni di giugno
quando gli uomini amati se ne
vanno e, anche,
senza i primi giorni dell’anno
quando gli uomini ancora amati
[per un po’] tornano
si può vivere sopravvivendo,
così-così,
ma voglio/vorrei giustizia un
domani.
L'accontentarsi del poco o niente..... accontentarsi di stare con se stessi....
RispondiEliminaUn bacio, Nat!
Francy
Ciao, Francy… bello, il tuo blog…. mi è piaciuto quel articolo (credo di Terzani… se ho capito giusto?) Ritratto, dal verbo ritrattare.
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