La poesia vincitrice del concorso SCRIVERE ALTROVE 2013

Si può vivere senza mai vedere New York,
senza un’Halloween dilungata fino ai morti,
senza i morti che hanno occupato il paradiso
     [in modo abusivo]
senza mai passare per l’inferno

senza un paradiso che ha la morale delle favole
dove la storiella sulla bontà
ci fa soltanto più arrendevoli, dove
la falsità ha il sapore di un gelato alla vaniglia
e il sorriso tirato di un cartone animato

si può vivere senza la gommosità delle domeniche,
senza l'inglese di martedì, 
senza lo sgambettare di sabato,
in un generale fuggi-fuggi rimanere a casa e
snobbare i gerani parigini dei vicini

ma quando il ruvido istinto di stare a galla
ti spinge a rivisitare le lettere cancellate
della tua prima carta d’identità,
capirai  
che si può esistere senza la geografia del viso,
senza la matematica dei denti,
senza la chimica della pelle,
senza gli ultimi giorni di giugno
quando gli uomini amati se ne vanno e, anche,
senza i primi giorni dell’anno
quando gli uomini ancora amati
     [per un po’] tornano

si può vivere sopravvivendo, così-così,

ma voglio/vorrei giustizia un domani.

2 commenti:

  1. L'accontentarsi del poco o niente..... accontentarsi di stare con se stessi....
    Un bacio, Nat!

    Francy

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  2. Ciao, Francy… bello, il tuo blog…. mi è piaciuto quel articolo (credo di Terzani… se ho capito giusto?) Ritratto, dal verbo ritrattare.

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