dal libro VIETATO AGGRAPPARSI AI SOGNI!

Quando morirò,
di poetesse se ne faranno delle altre.
Scrivere poesie (per una donna)
non è poi cosa fenomenale.
Diranno che sono stata godibile
per quanto si può sopportare
un linguaggio casalingo, tutt’altro che 2.0,
un gergo mal interpretato,
una canzonetta per un’estate, delle piccanterie,
     [anche se,
     le donne hanno sempre parlato di sesso
     e senza troppe insicurezze].

Ma tutto sta nella realtà quotidiana,
nell’ironia del sopravvivere,
nel calzare le sconfitte, come si calzano le scarpe,
sta nel consumare le giornate da femmina soggiogata
     [con un certo romanticismo, naturalmente]
magari
con un timido ti amo o con un deciso vaffanculo.
Alcuni versi però che avrei dovuto scrivere,
si sono persi per strada,
alcuni spazi vuoti sono diventati la mia prigione.


5.07.2014

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