Ma
non erano le piazze da secoli e secoli aggregare le persone?
Questa
domanda mi viene quasi spontanea. Magari perché appartengo alle persone per
quali la piazza era e rimane sempre un posto suggestivo, che la fa vivere
sempre con una gioia particolare, fa incontrare, fa condividere e perché no, ci
arricchisce. Non parlo dell’aggregarsi di badanti o braccianti per trovare un
lavoro come per esempio accade a Pordenone da anni in piazza delle corriere…
Qui, però, mi fermo. Questa tutt’altra storia. Oggi parlo di una strana
incapacità di sfruttare le nostre risorse logistiche. Le nostre piazze, pulite,
ben restaurate, ‘pettinate’ e ‘leccate’, dove il massimo della consolazione è
vedere la gente attraversare in tutti modi possibili (in qualsiasi direzione,
anche in diagonale) questo spazio enorme e vuoto. Io lo vedo vuoto: tre gatti,
qualche cane, una foto veloce, un piccolo ‘mordi e fuggi’ alla cosiddetta
fontana senza nessuna architettura e poi basta… alla prossima… alla prossima
apparizione del ‘Cavaliere’.
Intanto
in via Sarpi, una via della citta incastrata fra i negozi e trattorie, ma anche
una via di assaggio culturale dove con un mini palco riesce a portarci in un
altro mondo, (nel mondo a quale noi, udinesi, non siamo proprio abituati), si
consuma una ‘battaglia’. Fra quelli che sono affamati di cultura e quelli
che
non ricordano più cosa sia questa parola. Se anche si può capire che dopo le
ventitre a qualcuno viene il sonno naturale. Ma, Dio mio, una volta al mese,
soltanto tre sere all'anno, un oretta in più non è che scombussoli la vita.
Intanto la battaglia di 35 firme contro migliaia di persone che sono venute a
sentire un piccolo concerto è finita a favore della minoranza. Hanno staccato
le casse nel bel mezzo del concerto. Migliaia di persone hanno girato le
chiappe e si sono trascinate via.
Questo
mercoledì abbiamo l’ultima serata in via Sarpi che come menù propone ‘i piatti
dell’alta cucina friulana cucinati’ da Valentina Viviani e un ‘chef’
d’eccezione Nicola Skert: si può
‘assaggiare’ “D’amore
non si muore” pubblicato da Rusconi di Stefano Caso di Cervignano del Friuli, “Nemmeno il tempo
di sognare” pubblicato da Marsilio di Pierluigi Porazzi e come ‘secondo’
potremo ‘gustare’ un po’ di ‘cucina padovana’ – Matteo Strukul presenterà suo
libro “Regina Nera”. Tutto grazie ad un impegno straordinario della libreria
UBIK e a un gruppo di scrittori discepoli di SugarPulp, “un magazine on-line,
soprattutto un mash-up/cross-mediale tra libri, fumetto, cinema e serie TV che
tratta quello ciò che ci piace, senza formalismi, scranni, sofismi e pippe
mentali”. La musica si fermerà, ma la cultura e l'animazione no.
E
la piazza?
La
piazza… dormirà come sempre.
Natalia
Bondarenko
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