I concorsi e la poesia giovanile



Penso scrivo amo? «Può darsi che la poesia sia essenzialmente un moto inconscio come lo è l’amore. Diceva M.Cvetaeva che  “la poesia è qualcuno o qualcosa che dentro di noi vuole disperatamente essere”. Ma al di là delle possibili definizioni, resta il fatto che sono cambiati  e stanno cambiando i paradigmi che ci hanno accompagnato in passato. Cambia il senso del tempo e dell’appartenenza. Cambiano i linguaggi con cui esprimiamo le nostre relazioni. Tutto diventa più numeroso, più grande e più bello. Anche la poesia può oggi permettersi di ampliare i suoi tempi, raggiungere molte più persone, essere fonte di grandi promesse. Se è vero che l’umanità oggi può autodistruggersi, è altrettanto vero che questa stessa umanità oggi può auto-svilupparsi incredibilmente». Le parole, che esprimono in pieno il mio pensiero sulla poesia attuale, sono di Francesco Di Lorenzo e fanno parte di una delle mie interviste dedicate alla poesia.

Ma che spazio occupa oggi la poesia nel mondo dei giovani? Già il rapporto tra i giovani e la lettura è in generale complesso, figuriamoci quello con la poesia! Così, molto spesso, i versi rimangono racchiusi tra le pagine dei libri, tra quei banchi di scuola in cui per la prima volta sono apparsi Leopardi o Foscolo… dopodiché, sia la poesia che gli autori,  figurano solo come un brutto ricordo. Per di più nei ragazzi si nota una certa paura di parlare dei propri sentimenti e mettere a nudo la propria anima specialmente con i professori, e questo aspetto io lo ricordo perfettamente perché anche la mia strada poetica in quella età fu timida e piena di insicurezze.
Oggi come oggi, invece, dopo aver avuto la possibilità di conoscere più da vicino alcuni testi, ritengo che la poesia prodotta dai ragazzi (molto più di quanto si pensi), si rivela fresca, lirica e sincera, a volte coraggiosa, a volte - sperimentale, ma molto spesso piena dei sentimenti profondi e di emozioni forti. Insomma, una poesia che ha bisogno di un’attenzione...

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