Ma non è di questo che volevo
parlare. Stamani, mi è venuto in mente un pensiero che mi viene molto spesso
negli ultimi anni: ma come mai noi, nati in un paese completamente laico e
ateo, ora ci aggrappiamo ad ogni festività religiosa, direi quasi con le
unghie, seguendo ogni rito con una passione mai vista prima? Coloriamo le uova,
prepariamo pietanze tradizionali, scavando non si da dove vecchie ricette di
torte pasquali. Andiamo in chiesa che molto spesso è una chiesa improvvisata,
una semplice stanza di una parrocchia italiana con un’unica icona e con poche
candeline da accendere, senza altare e senza la ricchezza degli addobbi che ci
distingue. Non ci conosciamo fra di noi, non ci parliamo, soltanto preghiamo e
non so quanti di noi sanno a memoria il Padre
nostro o l’Ave Maria, ma sento
che la fede della mia gente (se posso dire così) è talmente grande che mi
sembra di vedere un’enorme ponte che parte dall’Italia e finisce dopo la
frontiera dell’Est. E quel ponte si chiama amore,
si chiama solidarietà e pace. È invisibile, ma pur sempre un
ponte. Si sa che durante le guerre, la prima cosa che si distrugge – sono i
ponti. Ma non riesco capire, perche anche durante la pace, alcune persone vogliono
distruggere questi ‘ponti’.
Ma, fa niente. Intanto, oggi si
festeggia la Pasqua ortodossa.
L’altro giorno, un amico ‘spiritoso’,
cercando di essere simpatico, mi chiese perché non festeggiamo le nostre feste
insieme con cattolici visto che anche noi siamo cristiani; che, secondo lui, se
siamo in Italia – dobbiamo essere come lui. Così io gli chiesi, perche lui continua cercare caffè ristretto e ristoranti dove si mangia italiano quando va
all’estero? Lui fece finta di arrabbiarsi molto per questo paragone e lo
trovò troppo scontato. Alla fine, abbiamo bevuto insieme il ‘suo caffè’: lo
feci per fargli piacere e in segno di pace. Tornando a casa ho capito che in
qualche senso sono doppiamente fortunata perché tutte le feste religiose le
festeggio due volte all’anno, salendo ogni volta su quel ponte invisibile della
pace che per forza mi riporterà indietro, sulla terra dove vivo ora.
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